I DISSIPATI (romanzo thriller)

La prima indagine di Umberto Soccodato

Giugno 1938 – L’Italia vince i Mondiali per la seconda volta. Per compiacere Hitler, il regime fascista si appresta a varare le Leggi razziali. Nel rinomato collegio dove Umberto Soccodato e suo cugino Mimmo Garretto frequentano il Liceo, la cerimonia di fine anno in cui vengono premiati gli alunni meritevoli è funestata dalla morte di un giovane sacerdote, padre Stefano Facchinetti, rinvenuto nudo nel proprio letto.

Le condizioni del cadavere e altri indizi destano perplessità in Gaetano Garretto, zio di Soccodato, alto funzionario del Ministero dell’Interno che si interessa al caso. I suoi dubbi aumentano allorché il decesso di don Stefano viene sbrigativamente attribuito a “cause naturali” con un referto differente dall’originale perizia misteriosamente sparita, ma una lettera anonima induce Garretto a mettersi sulle difensive e ad affidare ai suoi giovanissimi parenti l’incarico di investigare ufficiosamente “sul campo”. Le indagini del giovane Soccodato e di suo cugino avvalorano i sospetti sul decesso di don Stefano, ma non ci sono requisiti per riaprire il caso. L’unico a pensarla come gli improvvisati inquirenti è il commissario Antonio Scopacasa che però finisce travolto dalle politiche razziali a causa della parentela con una persona di origine ebraica. Gli eventi che stanno precipitando l’Italia nella spirale dell’odio di razza e verso la catastrofe della guerra hanno fatto quasi dimenticare la morte di don Stefano, quando improvvisamente spunta fuori il referto medico scomparso.

Dieci anni dopo - La guerra cominciata male è finita peggio e la monarchia disertrice è stata scalzata dalla Repubblica. Umberto Soccodato è entrato in polizia e ha sposato Marietta, la ragazza conosciuta nell’ormai lontano anno della Maturità.

Nel luglio ‘49, da poco promosso vicecommissario aggiunto, Soccodato prende parte a una retata nello stabilimento balneare Ciriola, che si trova sul Tevere presso Ponte S. Angelo, a bordo del cui galleggiante, secondo segnalazioni pervenute in Questura, si consumano turpi incontri che coinvolgono ragazzi minorenni.  Mentre lavora all’indagine, il poliziotto fa un incontro inatteso che lo porterà a scoprire la verità sulla fine di padre Stefano Facchinetti.

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I DISSIPATI: trama a fumetti

Come nascono i personaggi...

NON C'HO PIU' RISPETTO...

QUESUMUS... QUESUMUS... QUESUMUS...

SINE PANTALONES!

I DISSIPATI... chi sono?

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Che odore aveva il 1938?

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Il rinomato Collegio***

disegni di Emanuele Gagliardi

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Docenti del rinomato Collegio***
La Festa dei Premi
Il Saggio ginnico

Il rinomato Collegio*** tra realtà e fantasia

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La "prima volta" del commissario Soccodato

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1938 - Leggi razziali: vergogna della nostra storia...

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MANIFESTO RAZZISTA
LA DIFESA DELLA RAZZA n. 1
LEGGI RAZZIALI FASCISTE
GLI EBREI NON POSSONO...
TETRA IRONIA...
VERGOGNA IN PRATICA...

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Il "Colosso Littorio" - la scultura megalomane del duce che doveva umiliare la Statua della Libertà

Progetto dell'Arengo (immagine tratta da Apuorazionalismo)

Il testone del Colosso (immagine tratta da Apuorazionalismo

Il piedone del Colosso (immagine tratta da Apuorazionalismo

Progetto del Colosso (immagine tratta da Apuorazionalismo)

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La medaglia della coniglia...

Attestato e medaglia

Il nastro a V per le madri superprolifiche

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Le inique sanzioni...

L'AUTARCHIA è stata la reazione più nota alle sanzioni imposte all'Italia dalla Società delle Nazioni all'indomani della guerra d'Etiopia (1935-36). Gli inviti a consumare prodotti italiani e a boicottare merci straniere di qualsiasi tipo si moltiplicarono sui giornali, sui periodici, sui manifesti pubblicitari, nei cinegiornali e, naturalmente, anche alla radio da cui venivano diffuse canzoni appositamente composte. Per esempio: Noi tireremo diritto, cantata da Carlo Buti; Va fuori d'Italia (o prodotto stranier) Sanzionami questo, interpretate da Rodolfo De Angelis. Più che per il testo banale, comune a tutti gli altri brani composti in fretta per galvanizzare le masse contro le "inique sanzioni", Sanzionami questo si distingue per il crasso doppio senso da avanspettacolo...  (clicca sul download per ascoltare una sequenza del brano)

Sanzionami questo

Rodolfo De Angelis

Va fuori d'Italia (o prodotto stranier)

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Stabilimento balneare "CIRIOLA"

   Sotto Castel Sant’Angelo, nel tratto denominato Lungotevere degli Altoviti che unisce Ponte Sant’Angelo a Piazza Pasquale Paoli, era ormeggiato lo stabilimento balneare di Luigi Rodolfo Benedetti, detto “Er Ciriola” (anguilla, in romanesco) per la sua abilità nel nuoto grazie a cui ha realizzato oltre duecento salvataggi, meritandosi qualcosa come 160 medaglie.  

   Due barconi a cui si accedeva da una piccola passerella collegata con la terra ferma. Il primo natante faceva parte di una piccola squadra di tre piroscafi a pale da 72 tonnellate, acquisita in Inghilterra nel 1841 dalla marina Pontificia (il Blasco de Garay, il Papin e L’Archimede). L’Archimede, sopravvissuto alle vicissitudini della storia, sul Tevere ha svolto le funzioni di rimorchiatore, trasporto merci, unità doganale del Papa Re. Passato al regno d’Italia, è stato attivo fino alla Grande Guerra. Poi, con l’abbandono dell’Arsenale di Porta Portese e il graduale passaggio delle merci su ferrovia, è stato abbandonato. Lo acquistò un fiumarolo il cui figlio, ”Er Ciriola”, lo ha ristrutturato e adattato ricavandone un’ampia terrazza per i bagni di sole, spazi per ballare, spogliatoi e scalette per scendere nel fiume.

   Lo stabilimento galleggiante è stato un punto di riferimento e di incontro per i fiumaroli e per giovani popolani dei rioni limitrofi. Snobbato dagli abbienti che lo consideravano un ritrovo di poveracci, è stato rivalutato grazie al cinema: Dino Risi lo ha reso celebre con il film Poveri ma belli (1956), Wyler con Vacanze romane (1953), Pasolini con Accattone (1963).

   L’epopea dei Bagni Ciriola si conclude tristemente il 9 maggio 1970 con un incendio, ma uno dei barconi, il vecchio Archimede, resiste ancora, seppur in totale abbandono, scolorito, pericolante, frequentato da clochard e balordi, fino ai primi anni Novanta quando affonda, strappato dagli ormeggi da una piena del Tevere.

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il barcone in disarmo (anni 80)